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Salviamo il Monte San Primo - 12 marzo 2023




Il San Primo è una Montagna a cui sono molto legato.

Non è un vetta molto alta, non presenta pareti rocciose e strapiombanti dove misurarsi in bravure di arrampicata, non presenta particolarità naturalistiche di pregio.

Ma per me è la Montagna con la 'M maiuscola': penso sia la vetta che più volte ho raggiunto nella mia vita, d'estate col sole cocente, d'inverno con la neve e nella bufera, di giorno come di notte, col bel tempo e con la nebbia. E tutte le volte mi ha regalato un'emozione differente, un piccolo pezzo di conoscenza si è aggiunto a quello che già sapevo.

L'ho percorso molte volte per studiarne l'ambiente: è stato infatti l'oggetto della mia tesi di laurea in Scienze Naturali.

È stato il mio terreno di allenamento preferito quando mi preparavo alle selezioni per accedere al Corso di Accompagnatore di media Montagna.

Ho imparato ad amarlo e rispettarlo, piano piano, una poco alla volta.

Ed è un pugno allo stomaco sapere che ora c'è chi vuole trasformarlo in un luna park, aggredendolo e snaturandolo in nome di un progetto di sviluppo che nasce già vecchio e perdente, legato com'è a paradigmi che risultano superati da almeno 30 anni.

Costruire nuovi impianti di sci, in una zona carsica dove l'acqua scarseggia e in annate in cui le precipitazioni vanno rarefacendosi, ad una quota relativamente bassa, ove le temperature medie non sono più sufficientemente basse per mantenere al suolo la poca neve che cade, suona tragicomico.

Tragico, perché non ci si accorge (o si fa finta di non accorgersi) dello sperpero di risorse pubbliche, comico perché tale idea è talmente surreale che il primo pensiero che ho avuto quando ne sono venuto a conoscenza è stato: 'dai, è uno scherzo, vero?'

E invece no, non è uno scherzo: sapere che questa montagna di 1687 metri, dalla cui vetta si può godere di un panorama a 360° davvero unico, sta per essere deturpata da tapis roulant piazzati lì per portare in quota pigri ciclisti, che neanche lo sforzo di conquistarne la vetta con le proprie forze sono disposti a compiere – tra l'altro, facilmente raggiungibile tramite il comodo sterrato che ne pecorre ikl versante sud, provoca amarezza e determinazione ad impedire che questo scempio venga perpetrato.

Ed per questi motivi che domenica 12 marzo sono salito, assieme ad altre 200 e più persone, per l'ennesima volta sulla cima, per manifestare il mio, il nostro dissenso e dire NO! ad una visione di sviluppo turistico del territorio anacronistica.

Le alternative ci sono: sistemazione dei sentieri, valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche, ristrutturazione delle Alpi (di Borgo e di Torno) per creare strutture accoglienti e una rete di turismo rispettoso di un luogo fragile e al contempo stupendo, creando concrete opportunità di lavoro per chi il territorio lo abita e lo vive.

Salvare il Monte San Primo si può, si deve!




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Guest
Mar 15, 2023
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