Ci sono posti dove mi piace tornare, perché li ritengo di una bellezza unica e voglio condividerli con le persone che accompagno.
Tra questi luoghi ci sono i Laghi di Porcile in Vallunga di Tartano, meta della ciaspolata di domenica 24 marzo.
Rappresentano una meta classica dell'escursionismo invernale nelle Orobie: si tratta di 3 laghi (piccolo, grande e di sopra) adagiati in 3 conche naturali di origine glaciale all'ombra delle cime dei monti Valegino, Cadelle e Dordona, poste sullo spartiacque orobico.
Il percorso, mai noioso e sempre vario, parte dal fondo valle, a seconda dell'innevamento o da località Pila (dove finisce la strada asfaltata), oppure un po' più avanti, fin dove la neve e il ghiaccio consente di arrivare con l'auto.
Superata località Arale, l'ultimo agglomerato di baite, si entra nel vivo della gita; il tracciato, tra boschi e radure, con suggestivi scorci panoramici sulle cime che chiudono la valle e che in questa occasione si presentavano in veste pienamente invernale, come raramente è successo negli ultimi anni, permette di guadagnare quota rapidamente, giungendo alla conca dove si trova adagiata la vecchia Casera di Porcile.
Da qui il bosco si fa più rado, si guadagna quota salendo i ripidi pendii che conducono al Passo di Tartano (un minimo di attenzione e di conoscenza della montagna invernale è richiesta), da cui si devia verso sinistra per raggiungere la conca dove sono adagiati i laghi.
L'ambiente è davvero suggestivo, con lo sguardo si abbraccia tutta la Vallunga e oltre, i monti sovrastanti la Costiera dei Cech e oltre, verso la Val Masino.
Ma è già ora di scendere, complice la meteo capricciosa: poco sole, molte nuvole e, a tratti, un po' di vento che porta qualche piccolo fiocco di neve!
Arrivati al rifugio Il Pirata, ci fermiamo per un pausa ristoratrice e un po' di chiacchiere con Leila e una coppia di avventori, prima di rientrare all'auto e quindi nelle 'basse terre pianeggianti'.
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